BABILONIA

Viaggio musicale nell’Europa di fine Cinquecento

DRAMATODIA 

musiche di  O. Vecchi, F. Azzaiolo, J. de Wert, A. Banchieri, M. Troiano, G. Croce, G. Metallo, V. Belaver e altri

testi di  Giulio Cesare Croce, Manoli Blessi, Zan Fritada, Alberto Allegrezza

Veneziani, bergamaschi, bolognesi, tedeschi, mori, napoletani, spagnoli, cingari egiziani, turchi, ebrei… il mondo musicale e teatrale del Cinquecento è popolato di figure e personaggi di diverse origini che si incontrano e convivono in un articolato e ricco caleidoscopio etnico, a riprova del fatto che immigrazione ed emigrazione sono state sempre presenti nella storia europea.

L’Italia, in ragione della sua posizione geografica, del suo esser divisa in una moltitudine di stati locali, il suo essere in parte soggetta alla dominazione di altre potenze europee è stata sempre un crocevia particolarmente affollato di popoli diversi e quindi di culture, tradizioni e, soprattutto, lingue diverse. Anche la musica ha rappresentato un punto di osservazione privilegiato di questa variopinta teoria di personaggi e caratteri: in quest’epoca il lessico musicale italiano si arricchisce di termini quali moresca, passacaglia, allemanda, tedesca, aria di Firenze, tenore di Napoli, bergamasca, ciaccona, che testimoniano l’assimilazione di elementi di culture diverse.

Se tutto ciò è vero per la cultura musicale, la ricchezza che proveniva dall’“esotico” e dallo “straniero”, fu sfruttata mirabilmente da tutti quegli attori professionisti che operavano all’interno delle strutture drammaturgiche e organizzative di quella che verrà definita più tardi “commedia dell’arte”.

Non solo fra i “tipi” comici venivano rappresentati uomini e donne di diversa estrazione sociale e di diverse nazionalità per sfruttare al massimo l’effetto comico dei diversi linguaggi, di alcuni elementi pittoreschi di una certa cultura o di certi vizi o debolezze associate ad un popolo (Pantalone era veneziano, il Dottor Graziano bolognese, il Capitano poteva essere spagnolo, napoletano o tedesco, i servi bergamaschi, etc…), ma spesso, per vivacizzare ulteriormente le trame e i “lazzi” comici, potevano entrare personaggi extraeuropei come ebrei, turchi, stratioti (istriani, dalmati, greci o albanesi), indiani; inoltre le commedie potevano essere ambientate in luoghi remoti ed esotici.

Il programma è suddiviso in tredici sezioni corrispondenti ad altrettante “nazioni” omaggiate e, talvolta, derise, dalla penna vivace di poeti e compositori quali Giulio Cesare Croce, Antonio Molino, Filippo Azzaiolo, Andrea Gabrieli, Massimo Troiano, Jaques de Wert. In musica questa babele di etnie è stata alla base di alcuni esperimenti polifonici plurilinguistici di cui il brano che conclude il programma costituisce forse l’esempio più clamoroso: un virtuoso tour de force contrappuntistico realizzato a nove voci da Orazio Vecchi su un preesistente madrigale a cinque voci di Luca Marenzio nel quale ogni parte dà voce a un diverso personaggio e a una diversa favella quasi a ricreare in una sola scena musicale tutto “El gran teatro del mundo”.

Veneziani
Giulio Cesare Croce (San Giovanni in Persiceto, 1550 – Bologna 1609) –
Mascherata di Pantaloni innamorati
Giulio Cesare Croce – Dialogo e barzellette nuove date in luce da Scatolino
Francesco Bonardo (XVI sec.) – Se la bellezza
Orazio Vecchi (Modena, 1550 – ivi, 1605) – No v’acorzè, Madonna / Tich Toch Zanni
Marco Facoli (Venezia?, 1540 ca. – ?, 1585) – Balletto della Commedia nova

Bergamaschi
Filippo Azzaiolo (Bologna, XVI secolo) – Chi vuol vegnir a Bergam al mercà*
Manoli Blessi (Antonio Molino detto il Burchiella) (Venezia , 1498 ca – ivi, dopo il 1572) –
Dialogo piacevole de Manoli ditto con un Facchino

Padovani
Giovanni Croce (Chioggia, 1557 – Venezia, 1609) – Canzon da contadini
Orazio Vecchi – Sapete voi bifolci. Villotta
Giorgio Mainerio (Parma, 1535 – Aquileia, 1582) – L’Arbuscello, ballo furlano

Tedeschi
Anonimo (XVI sec.) – Moresca alla svizzera
Giulio Cesare Croce – Todeschi fuggiti da loro paesi per sospetto della guerra
Anonimo (XVI sec.) – Trinc e got
Ghirardo da Panico Bolognese (Bologna, XVI sec.) – Patrone, belle patrone
Giorgio Mainerio – Ungaresca

Schiavoni e Greci
Andrea Gabrieli (Venezia, 1510 – ivi, 1585) – Como viver mil posso
Annibale Padovano (Padova, 1527 – Graz, 1575) – Benedetta el gregaria /
O vui greghette belle. Dialogo a 8 voci
Jacques de Wert – Tis pyri pyr edamasse. Villanella greca

Cingari egiziani
Giandomenico da Nola (Nola, 1510-20 ca. – Napoli, 1592) – Cingari simo
Alfonso Tosi padovano (Padova, XVI sec.) – Cingaresca astrologica
Giorgio Mainerio – Schiarazzula marazzula

Turchi
Teodoro Riccio (Brescia, 1540 ca. – Ansbach, 1603 ca.) – Ble ble ble ble chiel chiel

Mori
Grammatio Metallo (Bisaccia, 1540 ca. – Roma?, 1615) – Ala lappia camocan. Moresca

Napolitani
Antonio Valente (1520 ca. – Napoli 1601) – Gaillarda napoletana
Anonimo (XVI sec.) – Tu core mio
Grammatio Metallo – Madonna tu me pari tanto brutta
Adrian Willaert (Bruges, 1490 – Venezia, 1562) – Vecchie letrose
Massimo Troiano – Battaglia della Gatta e della Cornacchia
Anonimo (XVI sec.) – Quess’occhi e quissa bocca
Girolamo Conversi (Correggio, XVI Sec.) – Deh, porgini ssa mano
Anonimo (XVI sec.) – In Toledo una donzella

Spagnoli
Jacques de Wert – De que sirve ojos morenos. Villanella spagnola
Pietro Vinci (Nicosia, 1535 – ivi, 1584) – Es tan grave mi dolor

Siciliani
Giulio Cesare Croce – Ottave alla siciliana
Giadomenico Martoretta (Mileto, 1515 – ?, dopo il 1566) – La bella donna chi
lu pettu m’ardi

Ebrei
Giulio Cesare Croce – Rissa tremenda fra Bethel e Samuel
Adriano Banchieri (Bologna, 1568 – ivi, 1634) – Samuel, Samuel. Mascherata di Ebrei

Bolognesi
Adriano Banchieri – Strazz e ciavatt. Intermezzo di Solfanari
Adriano Banchieri – Tre Graziani. Spagnoletto
Giulio Cesare Croce – Segreti di medicina mirabilissimi

Epilogo
Orazio Vecchi Diversi linguaggi a 9

*parti ricostruite da Michele Vannelli

INGRESSO 10€ – PRENOTAZIONE SU TICKET.IT